lunedì 22 dicembre 2008

LIZA HYDE

E' moglie di Thomas e madre di Victoria Hyde. Con lei ho provato a dare un significato e un senso alla parola felicità.

Ecco cosa lei dice:
"Ma che cos'è la felicità se non un grumo di polvere
che un anelito di vento soffia via
per riporlo in seguito nel medesimo luogo
e riprendere poi il suo greve diletto di privazione e dono?"


THOMAS HYDE


E' il padre di Victoria. Anche lui vittima di un matrimonio combinato (sposò una donna molto più piccola di lui) si rammarica della sua vita senza pensare che sua figlia subirà la sua stessa sorte....Geloso non tanto della consorte, quanto della sua giovinezza poichè lei, essendo più giovane, di certo vivrà più a lungo.

"Chissà se mi amerà lo stesso
quando non sarò null'altro che polvere!
O l'Amore viene sovvertito dalla Morte,
e avvizzisce come i corpi...."

venerdì 19 dicembre 2008




VICTORIA HYDE



L'infelice Victoria mi assomiglia più di quanto io non voglia ammettere. Sposa promessa, non può nulla contro il suo destino già segnato. E' il simbolo tra la discrepanza tra sogno e realtà.

"Se potessi cavalcherei la terra tutta
salperei per porti su mari indomiti,
ballerei sotto la falce inargentata
e lo farei vestita solo della mia castità.
(.........................)
...tra neanche un mese andrò in sposa
e la discrepanza tra la mia fantasia
e il mio dovere
è così tagliente
che falcerà di netto i miei sogni."




WALTHER WIGHT


E' con lui che i monologhi hanno inizio, è colui che dà l'avvio al flusso dei pensieri dei protagonisti nella sala. La sua personalità si può riassumere con una sola parola: insoddisfazione. Non è un artista, e se lo fosse si sentirebbe comunque incompreso. Tutta la sua essenza è racchiusa nelle sue parole:

"Tra gonne fruscianti di donne voluttuose
e abiti scuri da becchini degli uomini saprò declamare il mio male avverso per il mondo.
E non lascerò di me null'altro."
I personaggi dei Brevi monologhi sono "solo" 30. Il motivo è semplice (e lo svelo qui in anteprima): partecipavo ad un concorso letterario dove si richiedevano solo trenta poemi. Ecco il futile e banale motivo della brevità di questo libro. Quando lo spedii alla casa editrice preferii non allungarlo perchè in realtà non speravo neppure che lo pubblicassero, e non diedi peso alla cosa.
Tornerò a scrivere monologhi, promesso. In un tempo diverso, in una situazione diversa.
"Al prossimo ballo......"

I personaggi sono uomini e donne, parenti amici amanti, tutti alle prese con le loro situazioni personali, problemi speranze delusioni paure sconfitte follie ossessioni......
Io sono in tutti e non sono in nessuno.
E voi?